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Il punto sulla vicenda delle “interviste a pagamento” di consiglieri regionali

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1. Nella Relazione svolta in occasione della recente inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2013, il Procuratore regionale della Corte dei conti presso la Sezione giurisdizionale per l’Emilia-Romagna ha menzionato la vicenda delle interviste rilasciate ad emittenti televisive locali da consiglieri regionali dell’Emilia-Romagna dietro pagamento da parte di questi ultimi di somme di denaro.

Quello delle “interviste a pagamento” è infatti uno dei casi citati dal Procuratore regionale in relazione ai quali nell’anno 2012 si è esaurita la fase degli accertamenti probatori e delle acquisizioni documentali necessarie alla ricostruzione della dinamica dei fatti di gestione, ora assoggettati dunque alle valutazioni definitive. Sono stati infatti definiti dalla Corte dei conti, ha precisato il Procuratore regionale, «gli accertamenti sulle spese dei gruppi politici presso il Consiglio regionale, con riferimento particolare, specifico e puntuale, al rimborso dei costi delle interviste rilasciate ad organi di stampa od agenzie televisive (cd. comparsate), sui quali la Guardia di Finanza ha già depositato le relazioni informative fondamentali» (cfr. la Relazione, pp. 30-31).

La Corte dei conti dovrà ora valutare, ha aggiunto il Procuratore a margine della cerimonia, se le spese fatte dai gruppi consiliari per il rimborso di tali costi (che si aggirerebbero tra i cento e i duecentomila euro negli ultimi due anni) costituiscano un illecito amministrativo contabile (cfr. Il Resto del Carlino, ed. Bologna, 1° marzo 2013).

Appare significativo che il Procuratore nella stessa Relazione abbia sottolineato come la materia assuma rilevanza anche alla luce della recente introduzione di un apposito controllo della Sezione regionale della Corte dei conti sulla rendicontazione annuale dell’esercizio di spesa da parte di ciascun gruppo consiliare ai sensi dell’art. 1, comma 9, d.l. n. 174/12, come conv. dalla l. 213/12 (sul quale cfr. in questo blog R. Di Maria, [D.L. n. 174/2012] Il Governo implementa il ruolo di “controllore” della Corte dei conti).

2. La vicenda delle “interviste a pagamento” di consiglieri regionali, come si ricorderà, fu rivelata dalla stampa nell’agosto 2012.

Di essa si stanno occupando, oltre che la Corte dei conti, una pluralità di organi, ciascuno in relazione ad uno specifico profilo di propria competenza.

La Procura di Bologna ha infatti aperto un’inchiesta contro ignoti per peculato, ipotizzandosi il ricorso a fondi pubblici per il pagamento delle interviste (cfr. Corriere della sera, 5 settembre 2012, p. 13).

Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna ha avviato dei procedimenti disciplinari nei confronti di alcuni iscritti coinvolti nella vicenda (cfr. la nota dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, 11 settembre 2012, sul sito dell’Ordine alla voce Archivio e poi alla voce Articoli).

Dal canto suo il Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha richiesto nel settembre 2012 a tutti i Presidenti delle Giunte e dei Consigli regionali la trasmissione all’Ordine stesso della documentazione relativa a servizi resi a vario titolo da testate giornalistiche esterne o da singoli giornalisti non inquadrati nei ruoli dell’amministrazione, con compensi a carico del bilancio regionale o comunque ad esso facenti capo (cfr. nota dell’Ordine dei giornalisti, 21 settembre 2012). Una richiesta che non sembra tuttavia aver ricevuto ampio riscontro da parte dei Consigli e delle Giunte regionali (cfr. nota dell’Ordine dei giornalisti, 6 novembre 2012).

Anche il Co.re.com. Emilia-Romagna ha avviato nell’agosto 2012 un’istruttoria, vertente sui profili di compatibilità della pratica delle “interviste a pagamento” con la normativa dettata per le emittenti locali in materia di parità di accesso ai mezzi di informazione e di comunicazione politica di cui alla l. n. 28/00, richiedendo peraltro il Co.re.com. un supporto interpretativo all’Agcom sul punto, in ragione del carattere «nebuloso» della normativa in materia, come dichiarato dal Presidente del Co.re.com. stesso (sulle questioni interpretative della l. n. 28/00 poste dalla vicenda e sulla pronuncia dell’Agcom, cfr., volendo, E. Albanesi, Le “interviste a pagamento” di consiglieri regionali e le precisazioni dell’Agcom, in MediaLaws, 8 ottobre 2012).

3. La vicenda è dunque attualmente sottoposta ad un vaglio in relazione ad una molteplicità di profili: penale, contabile, deontologico ed amministrativo.

Fino ad ora si è pronunciata l’Agcom, sulla base della richiesta del Co.re.com. Emilia-Romagna sopra richiamata. La pronuncia dell’Agcom verteva tuttavia su una questione interpretativa delle disposizioni in materia e non sulla fattispecie concreta (sulla quale dovrà ora pronunciarsi il Co.re.com. Emilia-Romagna). Per quanto di propria competenza, l’Agcom ha chiarito che per le emittenti locali «alla luce del vigente sistema normativo di riferimento – costituito dalla legge n. 28/2000, modificata con l. n. 313/2003, e dal codice di autoregolamentazione dell’8 aprile 2004 – l’unica forma di comunicazione non gratuita è rappresentata dai messaggi politici autogestiti a pagamento, riservata alle emittenti radiofoniche e televisive locali, e trasmessi secondo i criteri e nei limiti previsti dalle disposizioni in vigore» (cfr. comunicato stampa dell’Agcom del 5 settembre 2012).

Si attende dunque ora di conoscere le risultanze degli organi chiamati a pronunciarsi sui vari profili della fattispecie concreta in questione.

Enrico Albanesi

Foto | Flickr.it



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